Lin May Saeed

17.05. - 22.09.2024

Nata in Germania da madre tedesca di origini ebraiche e padre iracheno, Lin May Saeed ha dedicato tutta la propria ricerca al mondo animale e alle relazioni tra animali umani e non umani, elaborando una nuova iconografia della solidarietà interspecie.

Attivista per i diritti degli animali, nelle sue “opere di speranza” – come lei stessa era solita definirle – l’artista non ricorre alla rappresentazione della sofferenza né alla denuncia manifesta dei comportamenti dell’essere umano, restituendo, in massima parte, immagini di amicizia e di spazi di incontro e riconciliazione fra le specie. Tratto distintivo della sua ricerca, infatti, è l’assenza di giudizi morali e un’attitudine all’empatia che permea il suo lavoro di grazia. Ne è un esempio la serie The Liberation of Animals from their Cages, che ritrae uomini intenti a liberare animali dalle gabbie in cui sono rinchiusi.

La sua pratica spazia dalla scultura al bassorilievo, dal disegno alla carta intagliata, e si concentra sulla produzione di opere popolate da animali di diverse provenienze geografiche e da figure umane tratte da storie, favole e miti dell’antica Mesopotamia – come l’epopea di Gilgamesh – o della tradizione cristiana e islamica – come la leggenda dei Sette Dormienti di Efeso.

Traendo ispirazione da queste fonti, Lin May Saeed crea narrazioni interculturali e interspecie, viaggi nel tempo che attraversano la storia per proiettarsi verso un futuro comune alternativo. 

Medium preferenziale per la realizzazione delle sue sculture e dei suoi bassorilievi è il polistirolo, che l’artista ha scoperto durante gli studi universitari e che non ha mai abbandonato. Consapevole che il componente principale del polistirolo derivi dal petrolio, May Saeed ha fermamente creduto che questo materiale potesse rivelare qualcosa sul presente e sulla fallibilità umana, apprezzandone al contempo quelle caratteristiche di leggerezza e maneggevolezza che le hanno consentito di lavorare in completa autonomia anche su grande scala.

Nell’ambito del progetto Pensare come una montagna, e in relazione con la nona edizione della Biennale Gherdëina curata da Lorenzo Giusti, la retrospettiva di Lin May Saeed viene presentata in contemporanea a Bergamo e a Ortisei, con un percorso espositivo suddiviso in due sedi che fornisce una panoramica esaustiva del lavoro dell’artista scomparsa nel 2023.

L’allestimento nello Spazio Zero della GAMeC si concentra su figure animali – tra cui cani, pangolini, pantere, iene, vitelli e formichieri – e conferisce enfasi alla centralità che l’artista intendeva restituire loro in contrapposizione alla condizione di subalternità a cui l’umanità li ha relegati. Rappresentati attraverso sculture e bassorilievi in scala reale, gli animali divengono protagonisti assoluti nello spazio espositivo in qualità di individui dotati di una propria psicologia, e non di oggetti. Al contempo, a Ortisei è presentata una selezione di opere in cui il rapporto fra uomo e animale viene costantemente rivisitato, grazie a una dimensione narrativa che si rifà al mito, alla fiaba e alla leggenda. Prevalgono raffigurazioni di storie che raccontano di momenti di pacifica coesistenza e armonia, in cui uomini e animali abitano la Terra in una condizione di assoluta parità.

Accompagna le mostre una pubblicazione tascabile edita da Mousse Publishing che propone al pubblico di lingua inglese, italiana, araba e ladina le fiabe originariamente scritte in tedesco da Lin May Saeed. Illustrato con una selezione di disegni su carta dell’artista, il volume è introdotto da un testo di Lorenzo Giusti.

Note biografiche

Lin May Saeed è nata nel 1973 a Würzburg, in Germania, ed è cresciuta a Wiesbaden, vicino a Francoforte sul Meno.Dal 1995 al 2001 Saeed ha studiato scultura all’Accademia d’arte di Düsseldorf sotto la guida di Luise Kimme e Tony Cragg. È lì che si è interessata ai diritti degli animali, ha studiato il filosofo animalista Tom Regan e ha partecipato ad azioni animaliste (tra cui proteste contro il commercio di pellicce). Da allora ha vissuto in modo vegano. Dopo essersi trasferita da Düsseldorf a Berlino, nel 2003 ha fondato lo spazio espositivo Center al Berlin-Tiergarten, che ha gestito fino al 2009. Dal 2008 al 2010 Lin May Saeed ha insegnato scultura all’Accademia d’arte di Düsseldorf. Lin May Saeed si è spenta il 30 agosto 2023 a causa di un tumore al cervello all’età di 50 anni, due settimane prima dell’inaugurazione della sua mostra personale al Georg Kolbe Museum di Berlino.

Mostre personali (selezione): (2023) In Paradise, the Snow falls Slowly, Georg Kolbe Museum, Berlino; Chris Sharp Gallery, Los Angeles; (2021) Rami, Jacky Strenz, Francoforte sul Meno; (2020) Arrival of the Animals, The Clark, Williamstown; (2019) Girl with Cat, Jacky Strenz, Francoforte sul Meno; Lin May Saeed & Max Brand, What Pipeline, Detroit; (2028) Biene, Studio Voltaire, Londra; (2017) Djamil, Lulu, Città del Messico. Mostre collettive (selezione): (2023) Der König ist tot, lang lebe die Königin, Museum Frieder Burda, Baden-Baden; Spark Birds, Kasteel Wijlre, Wijlre; (2021) Eurasia, MHKA Antwerp; Amsterdam Sculpture Biennale; Espressioni, Museo Castello di Rivoli; La Mer Imaginaire, Fondation Carmignac, Porquerolles; (2020) Crack Up – Crack Down, Ujazdowski Castle Centre for Contemporary Art, Varsavia; (2019) City Prince/sses, Palais de Tokyo, Parigi; (2018) Wilderness, Schirn Kunsthalle Frankfurt; Class Reunion – Works from the Gaby and Wilhelm Schürmann Collection, mumok, Vienna; Metamorphosis, Museo Castello di Rivoli; (2017) La fin le Babylone, KölnSkulptur#9, Colonia; (2016) 9. Biennale di Berlino (2016).


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