Pensarecomeunamontagna

Un programma biennale diffuso sul territorio della Provincia di Bergamo, che coinvolgerà in modo partecipativo le comunità locali riflettendo sui temi della sostenibilità e della collettività, insieme ad artisti internazionali.

Pensare come una montagna è un programma culturale diffuso che nel biennio 2024-2025 coinvolgerà, oltre agli spazi museali, il territorio della Provincia di Bergamo, dalle zone prealpine ai paesi delle valli bergamasche, fino ai parchi urbani del capoluogo e dei Comuni della pianura.

Intento del progetto è creare un percorso di condivisione di esperienze artistiche per riflettere sui temi della sostenibilità e della collettività, oltre ad avviare un dibattito sul ruolo dell’istituzione artistica nel contesto locale, alla luce della prossima apertura della nuova sede del museo.

Il programma prevede il coinvolgimento, in due anni, di venti tra artisti o gruppi di artisti, operanti in diversi contesti geografici e culturali, nella progettazione e realizzazione di un programma diffuso di eventi condivisi con le comunità locali, tra interventi nello spazio pubblico, performance collettive e laboratori creativi.

Pensare come una montagna

“Pensare come una montagna” è un’espressione coniata dall’ecologo e ambientalista americano Aldo Leopold nel suo libro A Sand County Almanac (ed. it. Piano B), una raccolta di riflessioni sulla natura pubblicata postuma nel 1949 e nata dall’osservazione della terra attorno alla sua casa di Sauk County, nella campagna del Wisconsin.

“Pensare come una montagna” significa, per Leopold, apprezzare la profonda interconnessione degli elementi dell’ecosistema. Un invito a contemplare la natura e le sue creature come un organismo dotato di equilibrio, armonia e bellezza, da cui dipendono la nostra stessa integrità e salute. Nel contesto del progetto della GAMeC, l’espressione di Leopold si fa interprete della volontà di adottare un punto di vista alternativo – da “una certa distanza” – sulla società e sul nostro operare, per alimentare, nel contesto territoriale, una fascinazione per la Terra e una sensibilità ambientale evoluta e partecipata. Pensare come una montagna significa dunque concepirsi e agire come un corpo collettivo solido – dai picchi alpini alle pianure antropizzate –, un sistema organico capace di coniugare un pensiero globale consapevole della complessità delle relazioni ecosistemiche e un’azione locale responsabile, immaginifica, creativa e avventurosa.

Il territorio

Il territorio in cui il progetto si sviluppa è quello delle aree verdi della Provincia di Bergamo, dai massicci del ventaglio prealpino ai rilievi inferiori delle valli bergamasche, fino ai boschi cittadini del Parco dei Colli di Bergamo e alle zone fluviali e agricole della Bassa Bergamasca. Un contesto variegato, dove paesaggi naturali e aree urbane altamente industrializzate convivono all’interno di un complesso ecosistema di notevole interesse antropologico.

La montagna è al centro del progetto, non soltanto come luogo fisico, bensì soprattutto come prospettiva, come distanza e come dimensione temporale da cui osservare il mondo e le sue dinamiche. Con vette che possono superare i 3000 metri di altitudine, le Alpi Orobie – le cui metamorfosi comprendono un periodo lungo quasi 300 milioni di anni, ragione delle molteplici realtà geologiche che le caratterizzano – sono separate dalle Prealpi Bergamasche da una serie di valli secondarie della Val Brembana, Val Seriana e Val Camonica di grande varietà naturalistica.

Oltre a conservare un eccezionale patrimonio naturale, le Valli bergamasche, che connettono le zone montuose alla pianura cittadina, sono un territorio altamente antropizzato. Abitate fino dalle epoche preistoriche, le terre solcate dal Brembo, dal Serio e dagli altri fiumi del vasto territorio provinciale contano centinaia di paesi sparsi che, insieme, raccolgono una comunità coesa e dinamica, ricca di storia e di tradizioni.

Il Parco dei Colli di Bergamo comprende invece una vasta superficie di verde urbano che coinvolge diversi Comuni, estendendosi su un’area di circa 4700 ettari, situata tra i 244 ed i 1146 metri d’altitudine, e presenta un territorio dalle caratteristiche fisiche e morfologiche eterogenee, che conserva tesori naturali e architettonici.

La Bassa Bergamasca corrisponde invece alla media pianura a sud delle Valli, ovvero la fascia dei fontanili attraversata dal Serio e compresa tra i fiumi Adda e Oglio, dove, nel corso degli anni, sono sorte svariate aziende agricole.

Il progetto, che coinvolge artisti di esperienza e rilievo internazionale, scaturisce dalla volontà di operare nella prospettiva di un radicamento territoriale.

Per questa ragione saranno privilegiate quelle ricerche artistiche che, oltre a interrogarsi sui temi della natura e della sostenibilità ambientale e sociale, operano sul lungo periodo attivando percorsi di partecipazione, in modo da permettere il coinvolgimento dei pubblici e garantire un reale contatto con il territorio e le sue esigenze. Tale scelta muove dalla volontà di ricercare una partecipazione autentica, garantita dall’integrazione dell’esperienza artistica nella vita delle comunità. Dopo l’esperienza della pandemia che ci ha costretto a ripensare il nostro rapporto con la fisicità collettiva, particolare attenzione verrà data alla valorizzazione della dimensione corporea e sensoriale dell’esperienza.

Le imprese

Il programma si sviluppa principalmente attraverso attività quali workshop, laboratori, seminari e performance, per offrire al pubblico un’esperienza alternativa a quella tradizionale espositiva del museo.


Felice esempio di collaborazione fra pubblico e privato, negli ultimi anni la GAMeC ha rafforzato il rapporto sinergico con le realtà imprenditoriali del territorio, dimostrando il potenziale di una relazione di reciproco sostegno fra cultura e impresa. Pensare come una montagna intende rafforzare ulteriormente questo legame: fin dalle prime fasi progettuali le imprese sono state considerate come interlocutori essenziali attraverso cui leggere e interpretare le esigenze del territorio e delle comunità in cui sono radicate. Il programma biennale si prefigge così di creare una rete di realtà produttive sostenitrici dell’industria culturale locale e di valorizzare le persone, i saperi e i processi da cui nascono le eccellenze dei prodotti manifatturieri e industriali del territorio.

Il museo, la rivista, la radio



La rivista online accompagnerà il progetto lungo tutto il suo sviluppo, raccogliendo testi critici, reportage e contributi audiovisivi prodotti dal gruppo di lavoro, tra cui ricercatori, giornalisti, scrittori ed esponenti delle realtà coinvolte. Gli argomenti spazieranno dalle arti contemporanee al design, dall’architettura all’agricoltura, dalla geografia umana all’antropologia. Un’attenzione speciale verrà data alla valorizzazione delle eccellenze artigianali e manifatturiere locali, anche attraverso la collaborazione con altri soggetti editoriali non legati al settore artistico. La redazione della rivista ha sede presso la GAMeC, un ufficio aperto al pubblico che ospiterà anche incontri di carattere divulgativo.




Parallelamente alla rivista, si evolverà ulteriormente il progetto Radio GAMeC – riconosciuta dall’UNESCO come uno dei migliori progetti museali al mondo nati durante la pandemia di COVID-19 – attraverso format aggiornati e calati nella nuova dimensione progettuale.

Credits Cookie policy Informativa sito

>