A Dossena, nel comprensorio minerario più antico della Val Brembana da cui per secoli sono stati estratti materiale ferroso e fluorite, l’artista tedesco Julius von Bismarck (Breisach am Rhein, 1983) realizza il suo quinto landscape painting: un dipinto del e nel paesaggio, in cui il gesto pittorico dissolve il confine tra il soggetto ritratto e il supporto su cui è realizzato.
Per il suo intervento l’artista si ispira all’estetica delle incisioni e degli studi di paesaggio che hanno caratterizzato la ricerca di molti protagonisti della storia dell’arte, da Albrecht Dürer a Caspar David Friedrich, da Paul Cézanne a Paul Klee. In particolare, i riferimenti principali di von Bismarck sono le vedute italiane, le xilografie e le incisioni su rame dei secoli XVIII e XIX, che dovevano rappresentare i paesaggi nel modo più realistico possibile.
Con un approccio diametralmente opposto, l’artista interviene sulle pareti di roccia all’interno della miniera creando un trompe-l’œil “rovesciato”: invece di rendere la tridimensionalità attraverso trucchi prospettici, dipinge linee e tratteggi – tipici delle tecniche incisorie del passato – che trasformano lo scorcio della cava in un’immagine bidimensionale. Un’intera porzione della prima galleria della miniera, selezionata per le sue qualità prospettiche e per la scala monumentale, è semplificata in un paesaggio interamente in bianco e nero, la cui tridimensionalità può essere ricostruita nell’immaginazione dei visitatori.
Von Bismarck, contrariamente alle incisioni che circolavano mezzo stampa tra il XVIII e XIX secolo, non è interessato a ritrarre la grandiosità del paesaggio, ma a entrarvi fisicamente affrontandone l’imponenza, in un’azione che è insieme misurazione, lotta, conquista e trasformazione. Il segno pittorico, applicato direttamente sulla roccia, diviene così un intervento monumentale che, seppur transitorio, marchia efficacemente l’ambiente: l’immagine pittorica si dissolverà lentamente nel corso degli anni attraverso l’azione degli agenti atmosferici.
In questo processo, in cui la montagna si dissolve nelle linee nere su fondo bianco del disegno, l’artista decostruisce la storia della pittura di paesaggio con l’intento di esporne le contraddizioni, mostrando come la rappresentazione della natura sia sempre stata filtrata da idealizzazioni e prospettive antropocentriche.
Rifacendosi in particolare alle immagini stampate su quotidiani e riviste, circolate per decenni in tutta Europa fra i secoli XVIII e XIX, e provenienti da esploratori delle terre d’oltremare, in particolare dall’Africa e dall’India, che enfatizzavano l’aspetto selvaggio dei paesaggi attraversati, l’artista intende problematizzare il ruolo che i media hanno avuto nel diffondere l’idea di una natura incontaminata pronta per essere conquistata dai viaggiatori prima e dai colonizzatori poi. Un’idea per certi versi viva ancora oggi nell’immaginario promosso dal turismo di massa.
Se le miniere sono state per lungo tempo un soggetto tipico della produzione artistica, l’intervento di von Bismarck a Dossena interroga la presunta neutralità del paesaggio per far emergere la sua relazione con la presenza umana che inevitabilmente segna, talvolta in modo irreversibile, l’ambiente. Alcuni elementi visibili e inglobati nel Landscape Painting (Mine), come la scala e alcuni oggetti impiegati in passato dai minatori, costituiscono un’incursione necessaria per incrinare l’idea di natura come qualcosa di altro da sé e per ricollocare l’essere umano all’interno di essa.
Il suo intervento intensifica quindi la riflessione sulla relazione fra l’umano e la natura, concepita in definitiva non come un’entità pre-umana e “altra”, ma come un costrutto culturale che si modifica nel corso della storia.
L’aspetto relazionale è stato anche alla base del processo che ha dato origine all’opera: nell’ambito del progetto Na.Tur.Arte – L’Area Wilderness Valparina tra ospitalità, Arte e Natura il Comune di Dossena, l’Associazione Miniere e il Consorzio Forestale Menna Ortighera sono stati, sin dalle prime fasi, interlocutori imprescindibili con i quali il museo ha instaurato un’intensa collaborazione fondata sulla condivisione di intenti e sulla costruzione di un percorso comune. Il dialogo continuo fra i giovani volontari e i professionisti dell’Associazione, e il museo insieme all’artista, ha tessuto un intreccio di conoscenze tecniche e territoriali, radicando la realizzazione di Landscape Painting (Mine) nella realtà culturale, sociale e geologica del luogo, a cui l’opera da questo momento appartiene.
Concepito in stretta relazione con il paesaggio minerario di Dossena, l’intervento di von Bismarck – per la cui esecuzione l’artista si è avvalso della collaborazione di Nikita Popescu, Natasha Rivellini e Nicola Zanni –, si propone dunque di attivare nuovi sguardi su un patrimonio geologico di straordinaria rilevanza, rafforzandone la visibilità e la fruizione pubblica. Un intervento che intende restituire alla comunità, innanzitutto, e agli stessi visitatori, un’occasione di conoscenza e appartenenza a un luogo affascinante e ricco di storia e di storie individuali e comunitarie.