Originario di San Miguel de Tucumán, nel nord-est dell’Argentina, l’artista Gabriel Chaile (1985) esplora le tradizioni pre-colombiane del suo Paese per intrecciarle con le esperienze e i racconti delle variegate comunità che incontra, dando vita a opere che celebrano la memoria collettiva e la narrazione visiva e che sono capaci di affrontare, attraverso la loro attivazione, temi quali la sostenibilità, il cooperativismo, la decolonizzazione.
L’artista è particolarmente interessato alla trasmissione orale della conoscenza e alla narrazione per immagini, caratteristiche tipiche delle culture indigene. Egli si definisce un “comunicatore di immagini”, concretizzando queste narrazioni in forme e simboli che attingono sia dalla tradizione sia dalla propria biografia personale. Tra questi elementi ricorrenti troviamo in particolare il forno e la pentola, simboli dell’operosità e della cura tramandati dalla famiglia dell’artista e in particolare dalla nonna.
Chaile utilizza materiali naturali come l’argilla cruda, il fango e il metallo per dare vita alle proprie opere scultoree, traendo ispirazione dalle “ollas populares” argentine – dove condividere la cucina e il cibo sono atti di cooperazione – e dagli elementi formali della cultura La Candelaria di Tucumán, le cui raffinate ceramiche sono spesso popolate da figure antropomorfe o zoomorfe e da complessi motivi decorativi geometrici e simbolici. Il risultato sono prototipi di forno la cui messa in funzione e testimonia l’impegno e il coinvolgimento di diverse persone attraverso il dialogo e la sperimentazione.
In Val Seriana, presso il Circolo degli anziani di Vertova, l’artista ha raccolto testimonianze delle tradizioni locali legate alla produzione del pane e della pasta, con il fine di creare un’opera-forno capace di celebrare e riattualizzare queste usanze, alimentando dunque il senso di comunità attraverso il recupero e la valorizzazione di pratiche antiche.
In occasione di un Bread Baking Party – come l’artista è solito definire questi eventi – la festa del pane che ha animato il circolo degli anziani e pensionati del paese, nel forno sono stati cotti i “Michini di San Patrizio”, pane benedetto e distribuito ai fedeli di Vertova fino alla Prima Guerra Mondiale. Questo “pane dei miracoli” veniva conservato nelle case e consumato in caso di malattia, sia dalle persone sia dagli animali. La tradizione dei “Michini” è stata recentemente recuperata, con la produzione affidata a un forno locale e la distribuzione presso il Santuario di Colzate dedicato a San Patrizio.
Fare il pane, così come riprendere a impastare i Teedèi, tipiche tagliatelle di Vertova, assume oggi un significato particolare. Non si tratta soltanto di rievocare usanze antiche, ma di generare relazioni che si ricostruiscono attraverso pratiche condivise.
Il pane e la pasta sono l’innesco di un discorso e di un incontro collettivo: una questione di ospitalità radicale, allo stesso tempo estetica, culturale e politica.
L’opera-forno di Gabriel Chaile sarà esposta alla GAMeC per l’intero ciclo autunnale del progetto Pensare come una montagna.
Note biografiche
Gabriel Chaile vive e lavora tra Buenos Aires e Lisbona. Ha studiato Belle Arti all’Università Nazionale di Tucumán. Nel 2009 ha ottenuto una borsa di studio dalla Fundación YPF, che lo ha portato a partecipare alla prima edizione dell’Artists Program lanciato dall’Università Torcuato Di Tella. Nel 2010 è stato selezionato per partecipare a Lipac, un programma artistico del Centro Cultural Ricardo Rojas. Ha partecipato a diverse residenze d’artista tra cui il Callao Monumental, Perù; SENS e URRA, Buenos Aires. Nel 2022 ha ricevuto il Premio Konex per l’arte del fuoco. Ha inoltre ricevuto una menzione per il Klemm Prize 2015 ed è stato nominato per il 1° Itaú Cultural Award nel 2010. Nel 2022 ha partecipato a The Milk of Dreams, la 59ª Biennale di Venezia curata da Cecilia Alemani. Le sue opere sono state esposte anche alla BIENNALE GHERDËINA ∞ PERSONES PERSONS, Ortisei; Bienal de Arte Contemporânea de Coimbra, Coimbra; 5th New Museum Triennial, New York; Museum of Modern Art of Buenos Aires (MAMBA); Art Basel Cities: Buenos Aires; Centro Cultural San Pablo T, Tucumán; Centro Cultural Recoleta, Buenos Aires; Fondo Nazionale delle Arti, Buenos Aires; Espacio Tucumán, Buenos Aires; Centro Cultural Borges, Buenos Aires; New Energy Museum of Contemporary Art (l’Ene), Buenos Aires; New Museum Triennal, New York e presso la Fondazione Thalie, Bruxelles.