È stato ufficialmente inaugurato il nuovo Bivacco Aldo Frattini, il progetto speciale frutto della collaborazione tra la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e la sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano nell’ambito di Pensare come una montagna – Il Biennale delle Orobie, il programma che, sotto la direzione artistica di Lorenzo Giusti, approfondisce il rapporto tra arte, territori e comunità umane e “più che umane”.
A firmare il progetto è EX., laboratorio di ricerca e progettazione che unisce arte, paesaggio e tecnologia sostenibile attraverso l’architettura.
Situato a circa 2.300 metri di altitudine lungo l’Alta Via delle Orobie Bergamasche, in Val Seriana, il bivacco è immerso in un paesaggio caratterizzato da vette frastagliate, pendii rocciosi, pascoli alpini e nevai. Una zona particolarmente suggestiva per la sua natura incontaminata e la presenza di varietà di flora e fauna tipiche degli ambienti montani, e un luogo di passaggio per molti escursionisti e alpinisti.
La nuova struttura, realizzata con il supporto di Fondazione Cariplo e Fondazione della Comunità Bergamasca, è pensata come una “sede” della GAMeC in alta quota: un avamposto culturale tra le montagne, un luogo permanente di sosta e protezione che, pur non ospitando mostre o eventi, si configura come un’esperienza estetica unica, in dialogo con il paesaggio alpino.
La struttura progettata da EX. è concepita come un rifugio leggero, reversibile e tecnologico. Il suo design richiama la forma della tenda alpina, che rievoca le prime esplorazioni in alta quota, e punta a ridurre al minimo l’impatto ambientale. Realizzata in collaborazione con Ferrino, storica azienda italiana specializzata in attrezzature outdoor, la struttura è rivestita da una “pelle” tessile innovativa, resistente agli agenti atmosferici.
Il nuovo bivacco costituisce la prima architettura tessile d’emergenza permanente in ambiente alpino: un prototipo sperimentale che unisce sostenibilità, rapidità di montaggio e ottimizzazione degli spazi. Il sistema costruttivo, sviluppato ad hoc, consente l’installazione in contesti estremi grazie a un peso complessivo di soli 2.500 kg e a una superficie di appoggio ridotta, di circa 2,5 mq.
Le dimensioni compatte (3,75 x 2,60 x 2,60 m) e la forma svasata della scocca riflettono un approccio progettuale attento alla funzionalità e al minimo impatto sul suolo. Il rivestimento interno in sughero naturale garantisce isolamento termico e acustico, creando un ambiente raccolto e immersivo.
Progettato per accogliere fino a nove persone, è dotato di panche perimetrali e letti pieghevoli ispirati ai portaledge alpinistici, convertibili in barelle d’emergenza. Una soluzione che evidenzia la doppia natura del luogo: rifugio e strumento di sopravvivenza, presidio umano in un ambiente estremo.
Lo spazio interno, illuminato zenitalmente, offre un’esperienza sensoriale intensa: l’odore del sughero, il silenzio ovattato, la luce che filtra da un lucernario e da due oblò panoramici restituiscono un’atmosfera sospesa, quasi meditativa.
L’ispirazione progettuale affonda le sue radici in Shelter (1973) di Lloyd Kahn e Bob Easton, libro che celebrava forme di abitare leggere, autocostruite e provvisorie. Come le fragili capanne e le tende documentate in quelle pagine, il nuovo Bivacco Frattini riconosce nell’impermanenza e nell’adattabilità qualità essenziali. Allo stesso tempo, la progettazione si ispira alla teoria dei “livelli di cambiamento” (shearing layers) elaborata da Stewart Brand e Frank Duffy, che concepisce l’architettura come un sistema di parti in continua evoluzione.
In questa prospettiva, il bivacco non è un oggetto compiuto, ma una struttura viva, reversibile, in grado di adattarsi alle condizioni estreme e mutevoli della montagna.
Il nuovo Bivacco Frattini fungerà anche da avamposto scientifico. Equipaggiato con sensori ambientali, raccoglierà in tempo reale dati sull’ecosistema alpino circostante. Questa integrazione trasforma il bivacco in uno strumento attivo di monitoraggio e tutela ambientale, estendendo il concetto di fragilità a un gesto di cura e osservazione. I dati raccolti saranno trasmessi alla sede della GAMeC, attivando così un flusso di informazioni tra la montagna e la città.
Con il nuovo Bivacco Frattini, la GAMeC rafforza il proprio impegno nel campo della sostenibilità, consolidato nel corso del progetto Pensare come una montagna. Lontano dalle sale espositive, questo intervento propone una nuova modalità di abitare l’alta quota: non per dominare, ma per ascoltare; non per costruire per sempre, ma per progettare il possibile. Un gesto che è insieme sfida architettonica e riflessione culturale, in grado di aprire nuovi orizzonti sul ruolo dell’architettura e della creatività contemporanea nei paesaggi più remoti.
L’ingegnerizzazione del sistema costruttivo, il premontaggio in stabilimento e l’installazione in alta quota sono state seguite da Abitare Legno S.r.l., azienda specializzata in progettazione, prefabbricazione e realizzazione di case in legno.
Realizzato con il supporto di:
Fondazione Cariplo
Fondazione della Comunità Bergamasca
Si ringrazia:
Sacbo S.p.A.
Abitare Legno S.r.l.
Ferrino S.p.A.
Tecnosugheri S.r.l.
Il progetto per il nuovo Bivacco Frattini abbraccia la fragilità come estetica, rifiutando l’idea del bivacco come oggetto immacolato. Questa copertura tessile rossa non è solo una protezione, ma una dichiarazione di vulnerabilità: leggera, provvisoria e aperta al cambiamento.
EX.
Il nuovo Bivacco Frattini costituisce il lascito concreto dei due anni del progetto “Pensare come una montagna”, un programma che esplora la relazione tra arte, territori e comunità umane e più-che-umane. Non uno spazio espositivo, ma un avamposto in alta quota in costante dialogo con il paesaggio alpino. Un presidio d’emergenza che mantiene la sua funzione originaria e, al tempo stesso, si carica di un valore simbolico e culturale. Insieme al CAI abbiamo scelto di promuovere una frequentazione consapevole della montagna, convinti che solo attraverso la responsabilità si possa generare conoscenza. Ci auguriamo che questa collaborazione possa proseguire in futuro, dando vita a nuovi percorsi condivisi.
Lorenzo Giusti, Direttore GAMeC
Il primo bivacco Frattini era stato collocato nel 1970. Dopo due anni venne distrutto da una valanga e, nel 1975, fu ricostruito in un luogo poco distante, in una posizione più sicura, lungo la cresta tra il Pizzo del Diavolo e il Pizzo Tendina. Le condizioni della vecchia struttura non erano più adeguate: per questo è stato fondamentale il progetto promosso dalla GAMeC per la sua sostituzione.
Dario Nisoli, Presidente CAI Bergamo
Questo innovativo bivacco in alta quota mantiene la sua funzione essenziale di punto di ricovero e di emergenza sul Sentiero delle Orobie, affacciandosi sullo straordinario anfiteatro dominato dai giganti Redorta, Scais e Coca. È il risultato di una cordata multidisciplinare e multiculturale nata dall’intuizione creativa della GAMeC, che si è intrecciata con la professionalità del costruire minimo e con il volontariato qualificato del CAI. Questa sinergia rafforzerà la frequentazione consapevole dell’Alta Via delle Orobie Bergamasche e contribuirà a promuovere educazione e rispetto per le nostre montagne.
Paolo Valoti, già Presidente CAI Bergamo