Il progetto filmico di Michela de Mattei e Invernomuto, realizzato per il programma Pensare come una montagna e prodotto dalla GAMeC, si inoltra e travalica i paesaggi delle Alpi Lombarde ed esplora il ritorno del lupo nelle valli bergamasche, analizzando la figura di questo predatore come simbolo di conflitto, meraviglia e trasformazione, e problematizzando al contempo la coesistenza tra essere umano e il mondo selvatico.
Paraflu allude ai racconti del filosofo e naturalista Baptiste Morizot che descrivono l’animale come possessore dell’arte magica del depistaggio. Il risultato è un’opera stratificata, dove immagini, illusioni ottiche e un montaggio narrativo frammentato danno vita a un universo disorientante, in cui lo spettatore è invitato a confrontarsi con il proprio immaginario.
Nel film emerge lo spaesamento, in un territorio in cui le paure collettive e le dinamiche culturali e umane si scontrano con quelle della natura, altrettanto violentemente. Il titolo stesso del film richiama un episodio reale: un atto di vendetta nei confronti di un branco di lupi avvelenato con antigelo per auto.
Sospeso tra documentario e rappresentazione astratta, Paraflu rivela al contempo una fascinazione per il lupo, la volontà di comprenderne le abitudini e il comportamento, di mappare esemplari e branchi attraverso la tecnica del wolf howling, fototrappole e altri strumenti che testimoniano tanto un aspetto di ricerca scientifica quanto il tentativo umano di controllare e vivere con il selvatico.
Girato in pellicola 16mm per restituire un’estetica materica e atemporale, il film combina elementi reali a effetti generati da intelligenza artificiale che amplificano il senso di tensione e ambiguità narrativa. La narrazione è accompagnata da un voiceover che con tono puntuale riferisce di tecniche di magia, analizzando il rapporto tra spettatore e illusionista. Il risultato è un’esperienza stratificata che depista e confonde volutamente, creando una trama che sfugge continuamente alla linearità e alle aspettative.
Paraflu, insieme a MUT di Giulio Squillacciotti e a Migratori di Agnese galiotto, sarà presentato nell’ambito di una tournée – realizzata in collaborazione con Lab 80 film – che da febbraio a maggio 2025 toccherà le valli bergamasche e sarà accompagnata da un calendario di laboratori, incontri ed eventi per adulti e famiglie.
Calendario proiezioni:
23 febbraio / Branzi, Val Brembana
MUT di Giulio Squillacciotti
15 marzo / Gorno, Val del Riso
Proiezione dei tre film
5 aprile / Vedeseta, Val Taleggio
Proiezione dei tre film
11 maggio / Averara, Val Brembana
Migratori di Agnese Galiotto
18 maggio / Gromo, Val Seriana
Paraflu di Michela de Mattei e Invernomuto
Nel corso del terzo ciclo di Pensare come una montagna, gli spazi della GAMeC accoglieranno una serie di conversazioni con gli artisti Michela de Mattei e Invernomuto, Agnese Galiotto e Giulio Squillacciotti. Questi incontri, pensati come un dialogo aperto tra discipline, vedranno la partecipazione di relatori provenienti da diversi ambiti: dal design all’illusionismo, all’ornitologia. L’intento è di approfondire come linguaggi apparentemente distanti possano confluire in una riflessione comune sul rapporto tra l’essere umano e le altre specie viventi.
Il calendario degli appuntamenti sarà presto disponibile sul sito.
Note biografiche
Michela de Mattei (Roma, 1984) vive attualmente a Milano. Lavora su diversi formati e media, sviluppando scenari fittizi ed ecosistemi insoliti in cui le vicende tra animali ed esseri umani sono spesso dirottate dalle tecnologie per mettere in discussione forme di autorità e controllo, affrontando al contempo questioni di agency animale e le mutevoli dinamiche dei sistemi di comunicazione.
Tra le mostre recenti si segnalano: Belmacz, London (2024); MACRO, Rome (2024); Porto Design Biennale, Porto (2023); MAXXI L’Aquila (2022); MAAT, Lisbon (2021); Alserkal Avenue, Dubai (2019); Belmacz, London (2019); ICI, London (2018); Serpentines Galleries / ZSL London Zoo (2018); Swiss Institute, Rome (2017).
Invernomuto è il nome con cui Simone Bertuzzi (Piacenza, 1983) e Simone Trabucchi (Piacenza, 1982) collaborano dal 2003. Con base a Milano, Invernomuto è autore di progetti di ricerca articolati nel tempo e nello spazio, da cui derivano cicli di opere fra loro interconnesse. A partire da una base teorica comune, Invernomuto tende a ragionare in modo aperto e rizomatico, sviluppando differenti output che assumono la forma di immagini in movimento, suoni, azioni performative e progetti editoriali, nel contesto di una pratica definita dall’utilizzo tanto disperso quanto puntuale di media differenti. Entrambi gli artisti sviluppano inoltre linee di ricerca individuali, con i progetti musicali Palm Wine e STILL.
Tra le mostre recenti: ECHOES, Haus der Kunst, Monaco (2025); Panorama Monferrato, Castagnole (AT); Cabaret Voltaire, Zurigo (2024); Pinksummer, Genova (2023). Il loro lavoro è stato presentato a: Bourse de Commerce, Parigi (2024); Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz; MACRO, Roma (2022); Liverpool Biennial 2021 (2021), Galleria Nazionale, Roma; 58a Biennale di Venezia (2019); Tate, Londra; Manifesta 12, Palermo (2018).