Dopo i primi due cicli di eventi realizzati nel 2024, anche per tutto il 2025 il programma biennale della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo coinvolgerà in modo attivo le comunità del territorio provinciale grazie alla partecipazione di artiste e artisti internazionali.
Tra Bergamo e numerosi comuni delle valli e della pianura bergamasca si concentreranno nell’arco dell’anno i lavori, tra gli altri, di Atelier dell’Errore, Cecilia Bengolea, Bianca Bondi, Maurizio Cattelan, Abraham Cruzvillegas, Asunción Molinos Gordo, Francesco Pedrini, Julius von Bismarck, a cui si aggiungono le produzioni filmiche a firma di Michela de Mattei e Invernomuto, Agnese Galiotto, Giulio Squillacciotti.
In estate sarà inoltre presentato un progetto speciale frutto della collaborazione tra la GAMeC e la sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano: EX., laboratorio di progettazione nato dal lavoro di Andrea Cassi e Michele Versaci, si occuperà della ricostruzione dello storico Bivacco Frattini a Valbondione, immaginato come una sede esterna della GAMeC in alta quota.
Nel 2024 la GAMeC di Bergamo ha lanciato Pensare come una montagna, un programma culturale diffuso che proseguirà per tutto il 2025 coinvolgendo il territorio della Provincia di Bergamo, dalle zone prealpine ai paesi delle valli bergamasche, fino ai parchi urbani del capoluogo e dei Comuni della pianura; un percorso di condivisione di esperienze artistiche che la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ha deciso di attivare con le comunità locali per riflettere sui temi della sostenibilità e della collettività, e, parallelamente, per avviare un dibattito sul ruolo dell’istituzione artistica nel contesto territoriale.
Pensato come format biennale alternativo – e per questo recentemente rinominato Il Biennale delle Orobie – Pensare come una montagna fonda la propria progettualità su tre principi cardine, alternativi a quelli tradizionali: “più localizzata”, “a lungo termine” e “in scala”. Il Biennale delle Orobie è infatti un evento che si tiene non “ogni due anni”, ma “per due anni” e che non accade “in un luogo”, ma “con un luogo”, realizzando progetti nati dall’incontro tra artisti internazionali e comunità locali su una scala non “la più grande possibile”, ma sostenibile e variabile in relazione alla portata di ogni singolo contesto.
Il territorio di Bergamo è chiamato “orobico” in ragione del ventaglio prealpino che lo abbraccia, un’area che si estende dall’arco montano delle Orobie alla pianura bergamasca e che comprende le valli Brembana, Seriana, di Scalve e Imagna. Il Biennale delle Orobie asseconda il desiderio di raccontare questo luogo, questo ecosistema fatto di comunità umane e non umane, in una forma non canonica e non iconica, capitalizzando il patrimonio di esperienze condivise durante la pandemia, con l’impegno di non abbandonare le riflessioni elaborate in quel periodo così fertile di buoni propositi per il futuro, tenendo viva la loro memoria e adattandole al corso dei tempi.
PROGRAMMA
Sotto la direzione artistica di Lorenzo Giusti, anche nel 2025 il programma biennale diffuso della GAMeC presenterà una ricca serie di progetti artistici sul territorio della Provincia di Bergamo, con particolare attenzione alle zone di montagna, le valli bergamasche e alle aree verdi urbane.
Organizzato in tre cicli di eventi – che saranno inaugurati rispettivamente l’8 febbraio, il 7 giugno e il 4 ottobre – il programma vedrà la partecipazione di artiste e artisti internazionali impegnati nello sviluppo di progetti nati dall’incontro con le comunità locali.
FEBBRAIO – MAGGIO
Il primo ciclo del 2025 si aprirà con una tournée nelle valli bergamasche di tre film prodotti dalla GAMeC a firma di Michela de Mattei e Invernomuto, Agnese Galiotto, e Giulio Squillacciotti, che toccherà, tra gli altri, i comuni di Vedeseta (Val Taleggio), Gromo (Val Seriana), Averara (Val Brembana) e Gorno (Val del Riso) e sarà accompagnata da una serie di conversazioni con gli autori negli spazi della GAMeC. In occasione dell’inaugurazione, a San Pellegrino Terme si terrà una proiezione speciale dei tre film.
La ricomparsa dei lupi in diverse zone d’Italia ha portato Michela de Mattei e Invernomuto ad analizzare la figura di questo predatore quale simbolo di indipendenza e conoscenza, conflitto e trasformazione. Paraflu si addentra e travalica i paesaggi delle Orobie, alternando riprese in 16mm a effetti generati dall’intelligenza artificiale che amplificano il senso di spaesamento e ambiguità evocati dal lupo, alludendo altresì ai racconti del filosofo e naturalista Baptiste Morizot che descrivono l’animale come possessore dell’arte prestidigitatoria del depistaggio.
Migratori di Agnese Galiotto si snoda lungo la rotta migratoria naturale che attraversa l’Italia e si estende sino al nord Africa, nei percorsi seguiti da molte specie di uccelli. Questo corridoio di volo connette diversi ecosistemi, sottolineando quanto questi fenomeni siano cruciali per la biodiversità e la sostenibilità ecologica delle Alpi e delle aree circostanti. Migratori si concentra sulla complessa interazione tra essere umano e natura, ma la narrazione suggerisce anche una riflessione sul rapporto tra osservazione scientifica e libertà animale: i protagonisti sono infatti ornitologi che osservano, misurano e registrano i dati degli uccelli migratori. Sembra difficile poter conoscere la natura senza farne esperienza diretta: una pratica che si articola in un rapporto di amore, empatia, e potere.
MUT di Giulio Squillacciotti – realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio di Bergamo nell’ambito della seconda edizione di MADE Film Festival – racconta, attraverso lo sguardo di due giovani allevatori e dei loro genitori, la ciclicità della vita in alpeggio, che diventa ritratto universale del lavoro con gli animali e di un rapporto familiare fatto di gesti, silenzi e affetti immersi nella natura.
In programma a febbraio, inoltre, un’edizione speciale (la dodicesima) appositamente concepita per Pensare come una montagna del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize, il primo concorso internazionale dedicato a curatori under 30 istituito dalla GAMeC e dal Gruppo Bonaldi nel 2003. Il progetto Fossi io teco; e perderci nel verde della curatrice Greta Martina coinvolge gli artisti Attila Faravelli, Enrico Malatesta, O Thiasos TeatroNatura (Sista Bramini, Camilla Dell’Agnola, Nora Tigges), Umberto Pellini, Nicola Ratti, Lorenzo Silvestri, Valentina Viviani. Traendo ispirazione dagli scritti di Aldo Leopold e di Giovanni Pascoli, il progetto costituisce un invito a riscoprire il legame con la natura attraverso la meraviglia, la cura e la responsabilità, e si articola tra opere, laboratori e performance negli spazi espositivi della GAMeC e nei dintorni di Bergamo. Il progetto sarà eccezionalmente presentato nel paese di Serina – Comune di nascita di Lorenzo Bonaldi – in occasione dell’inaugurazione, durante la quale si terrà una performance dell’artista australiana Felicity Mangan, per essere in seguito allestito nello Spazio Zero della GAMeC.
GIUGNO – SETTEMBRE
Maurizio Cattelan sarà il protagonista della prossima mostra al Palazzo della Ragione, dal 2018 sede estiva del museo nel cuore di Bergamo Alta, che accoglierà un’opera di recente produzione. Eccezionalmente in questa occasione, nello spirito di Pensare come una montagna, il progetto si estenderà anche al di fuori dalle mura del Palazzo grazie alla collaborazione con il Comune di Bergamo,portando l’artista italiano più noto in ambito internazionale – conosciuto per il suo approccio audace e innovativo – a confrontarsi con lo spazio pubblico, con nuove produzioni allestite tra Città Alta e Città Bassa. Gli interventi saranno visibili al pubblico fino alla fine del mese di ottobre.
Una nuova opera dell’artista argentina Cecilia Bengolea sarà presentata a Villa d’Almè, nell’ambito della quarta edizione di ON AIR – Argentina-Italia Art Residency, il programma di residenze nato da una collaborazione tra la GAMeC e la Fundación PROA di Buenos Aires per attivare scambi di esperienze tese alla valorizzazione del potenziale artistico dei due Paesi. Influenzata dalle energie simboliche che si trovano nella natura e nelle relazioni umane, l’artista, che considera il corpo un mezzo di comunicazione sia individuale che collettiva, utilizza la danza come strumento per avviare un’empatia radicale e uno scambio emotivo.
Durante l’estate, in Val Parina saranno anche presentati gli interventi site-specific dell’artista tedesco Julius von Bismarck e dell’artista di origini bergamasche Francesco Pedrini, nell’ambito di una partnership culturale tra la GAMeC e i comuni di Dossena e Roncobello.
L’opera di Julius von Bismarck sarà allestita a Dossena, nel comprensorio minerario più antico della Val Brembana, da cui per secoli sono stati estratti materiale ferroso e fluorite, e si confronterà con i fenomeni naturali e con le mitologie che lo hanno abitato nel corso della storia estrattiva locale. Profondamente interessato ai processi ecologici e a come vengono percepiti e raccontati, nella sua ricerca multidisciplinare l’artista coinvolge diversi ambiti di sperimentazione, spesso sconfinando in campi come la fisica, la tecnologia e le scienze naturali.
Il progetto di Francesco Pedrini a Roncobello nascerà da un percorso di ricerca supportato da studi di archeoastronomia e altre discipline che saranno condivisi con la comunità locale in una serie di incontri aperti al pubblico. L’artista realizzerà uno strumento permanente di osservazione della volta celeste, accessibile a quanti vorranno sostare in quell’area.
A Dossena e a Roncobello verranno inoltre presentatii lavori di Francesco Ferrero, Gianmarco Cugusi e Roberto Picchi,vincitori dell’edizione 2024 di Sentieri Creativi: un progetto nato dalla sinergia tra Bergamo per Giovani, Comune di Bergamo e Politecnico delle Arti “Donizetti-Carrara”, a cui la GAMeC ha collaborato per l’attivazione di un nuovo format del programma di residenze. L’avvio del ciclo estivo sarà propedeutico per l’annuncio degli artisti vincitori del programma di residenze 2025, che sino a metà luglio soggiorneranno a Dossena e a Roncobello per la produzione di nuove opere.
UNA “SEDE” GAMeC LUNGO L’ALTA VIA DELLE OROBIE BERGAMASCHE: LA RICOSTRUZIONE DEL BIVACCO FRATTINI
Nell’estate del prossimo anno verrà inoltre presentato un progetto speciale frutto della collaborazione tra la GAMeC e la sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano: EX., laboratorio di progettazione nato dal lavoro di Andrea Cassi e Michele Versaci che unisce arte, paesaggio e tecnologia sostenibile attraverso l’architettura, si occuperà della ricostruzione dello storico Bivacco Aldo Frattini a Valbondione, situato lungo la meravigliosa Alta Via delle Orobie Bergamasche in Valle Seriana, immaginando la nuova struttura come una “sede” della GAMeC in alta quota. Un luogo che non accoglierà mostre o eventi, ma che di per sé – per la sua posizione e per la sua forma in relazione alla funzione primaria di luogo di sosta e protezione, sempre aperto – possa costituire un’esperienza estetica unica. Situato a un’altitudine di circa 2.300 metri, il bivacco è immerso in un paesaggio caratterizzato da vette frastagliate, pendii rocciosi, pascoli alpini e nevai, nel Parco delle Orobie Bergamasche. Una zona particolarmente suggestiva per la sua natura incontaminata e la presenza di varietà di flora e fauna tipiche degli ambienti montani, e un luogo di passaggio e sicurezza per molti escursionisti e alpinisti. La particolarità del nuovo bivacco sarà, infatti, quella di poter fungere da base per attività di monitoraggio ambientale, raccolta dati e ricerca scientifica, contribuendo alla conoscenza e alla protezione degli ecosistemi montani. Grazie all’utilizzo di nuove tecnologie, si potranno trasmettere costantemente immagini e dati i cui punti di raccolta saranno allo stesso tempo la GAMeC e il Palamonti, sede del CAI a Bergamo. Nel percorso di avvicinamento all’apertura, prevista nel 2025 in cui ricorre il 60° anniversario della scomparsa di Aldo Frattini, socio del CAI di Bergamo, sarà organizzato un simposio multidisciplinare che promuoverà il dialogo tra ricercatori, architetti e professionisti di diverse discipline, che costituirà non solo un momento di riflessione, ma un’opportunità concreta per affrontare le complessità del rapporto tra essere umano e montagna.
OTTOBRE – GENNAIO
Il ciclo autunnale di Pensare come una montagna includerà una mostradel collettivo artistico italiano Atelier dell’Errore per la project room della GAMeC. Nello Spazio Zero la mostra raccoglierà i nuclei più significativi della loro produzione a partire dal 2015, anno in cui il progetto si è trasformato da laboratorio di arti visive dedicato ai bambini neuro-divergenti a collettivo professionalmente dedito alla pratica artistica e performativa.
L’artista sudafricana Bianca Bondi realizzerà un’installazione site-specific per la Chiesa sconsacrata di Santa Maria di Gerosa in Val Brembilla, un progetto che combina metodi alchemici e sperimentazione sui materiali che favoriscono potenziali mutazioni tra gli elementi, portando al centro della scena sia un livello macroscopico sia microscopico di interazione tra ecosistemi.
Nella Valle della Biodiversità di Astino, in collaborazione con l’Orto Botanico “Lorenzo Rota”, l’artista spagnola Asunción Molinos Gordo svilupperà un workshop artistico-partecipativo che intende presentare alle nuove generazioni un modello di gestione sostenibile e multifunzionale a partire dai principi dell’antica forma giuridica di gestione della terra auto-organizzata e comunitaria del “Common Land”.
L’artista messicano Abraham Cruzvillegas chiuderà il ricco ciclo autunnale di Pensare come una montagna con un’installazione site specific – realizzata in forma partecipata da alcune comunità della pianura bergamasca – con oggetti di uso quotidiano e materiali di scarto provenienti dal territorio e che esplorerà con ironia le idee di progresso legate all’immaginario industriale.
In parallelo alle mostre e ai progetti di Pensare come una montagna proseguirà l’attività del magazine online, che nel corso del 2024 ha raccolto interviste agli artisti, contributi e approfondimenti sui temi trattati dai progetti spaziando dalle arti contemporanee al design, dall’architettura all’antropologia. Tra i contributi raccolti in occasione dei primi due cicli del progetto si ricordano l’esortazione di Simone Ferracina, Direttore fondatore di Exaptive Design Office e Docente senior di Ecologie architettoniche presso la Edinburgh School of Architecture and Landscape Architecture dell’Università di Edimburgo a Rivendicare l’opacità, ovvero di accettare e riconoscere un grado di impenetrabilità e inconoscibilità come strumento di promozione di diverse sensibilità progettuali; e il saggio Terra è rovina di Giulia Rispoli, Storica della scienza e delle tecniche presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e ricercatrice affiliata all’Istituto Max Planck di Berlino, che percorre il dibattito epistemologico sulla geologia dell’antropocene, a partire dagli approcci settecenteschi sul significato della montagna in estetica e nella storia delle civiltà, sino a oggi. I prossimi numeri del magazine includeranno, tra gli altri, i contributi di Lorenzo Bartalesi, Professore associato della Facoltà di Scienze Umanistiche alla Scuola Normale Superiore di Pisa, chiamato a riflettere su come la cultura visuale partecipi attivamente alla costruzione dell’identità collettiva, e dell’ornitologo e ricercatore Enrico Bassi, la cui narrazione restituirà, attraverso prospettive di storia socio-economica e biologia, un’immagine delle Orobie e delle sue comunità umane e non umane.
Il magazine si arricchirà, inoltre, di una raccolta di voci delle comunità incontrate lungo il percorso di Pensare come una montagna. L’obiettivo è creare un ulteriore livello narrativo che possa inserirsi nel mosaico di storie rielaborate dal programma. Queste testimonianze, strettamente legate al vissuto personale dei narratori, pur partendo da esperienze locali e intime, sapranno far emergere temi in grado di risuonare con la visione più ampia del progetto, sottolineando il legame originario dell’essere umano alla terra, alla montagna, alle comunità ribadendo l’urgenza di confrontarsi con esse con rispetto e consapevolezza.
Riprenderà inoltre la programmazione di Radio GAMeC, con una nuova stagione dedicata a Pensare come una montagna, a cura dell’autrice e produttrice radiofonica Ilaria Gadenz. I podcast saranno disponibili sul magazine e sui canali social della GAMeC.
Pensare come una montagna troverà, infine, una restituzione visiva nella nuova sede della GAMeC, al momento della sua apertura: sarà un’occasione per ripercorrere i due anni del progetto attraverso le mostre e gli eventi che hanno coinvolto artisti contemporanei e comunità locali sul vasto territorio della provincia di Bergamo.
Pensare come una montagna è un progetto di GAMeC
Direzione artistica: Lorenzo Giusti
Associate Curators: Sara Fumagalli, Marta Papini
Head of Magazine: Valentina Gervasoni