Yesmine Ben Khelil Rien ne pourra nous separer / Niente ci potrà separare

06.10.2024 - 19.01.2025

I lavori dell’artista Yesmine Ben Khelil (Tunisi, 1986) si concentrano sulla riappropriazione di immagini, testi o oggetti al fine di creare narrazioni che confliggono con quelle ufficiali, in particolare coloniali. Spesso le sue opere – disegni, collage, installazioni, dipinti – scaturiscono da elementi tratti dalla realtà per esplorare antiche credenze popolari, miti e leggende che s’intrecciano nel mondo in cui viviamo.

La sua ricerca artistica non si limita a mettere in discussione le prospettive antropocentriche, ma cerca anche di ridefinire il rapporto tra l’uomo e il mondo naturale, proponendo narrazioni alternative dove il non umano non è subordinato ma coesiste in un equilibrio complesso.

Nel corso di un periodo di residenza a Bergamo, Ben Khelil ha avuto l’opportunità di esplorare il patrimonio naturale e culturale della città, e conoscere l’Orto Botanico di Città Alta. Tra le specie qui presenti e profondamente radicate nel paesaggio urbano bergamasco, l’artista ha riconosciuto l’Acanthus, pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente anche a Tunisi, sua città natale.

L’Acanthus mollis, diffusa in luoghi aridi e cespugliosi nell’Europa Meridionale e nel Nord Africa, si distingue per le sue foglie ampie e lobate, di un verde brillante, riunite in una rosetta basale dalla quale si erge, nel periodo primaverile-estivo, una spiga fiorita. Nella mitologia greca, Acanto era una ninfa che, per resistere all’assalto sessuale di Apollo, graffiò il suo volto e che per questo affronto venne tramutata nell’omonima pianta, adatta all’ombra ma che per vivere ha comunque bisogno del sole, divenuta poi simbolo di verginità. Pur essendo una pianta ornamentale, l’acanto possiede una natura invasiva. Il suo nome, che dal greco significa “spina”, sembra evocare un aspetto minaccioso, eppure nel linguaggio dei fiori esprime inseparabilità.

L’acanto è al contempo seducente e “aggressivo”, coltivabile ma difficile da controllare. La pianta stessa sembra sfidare ogni tentativo di divisione, affermando con determinazione che nulla potrà separare ciò che è unito.

Le contraddizioni che questa pianta sembra portare con sé e la sua dispersione nel Mediterraneo sono il pretesto per l’artista di fare un parallelo con le dinamiche umane che interessano queste aree e riflettere sul complesso rapporto tra la sponda settentrionale e meridionale del Mediterraneo.

L’installazione pittorica ideata dall’artista, e realizzata in collaborazione con l’Orto Botanico “Lorenzo Rota”, è posta lungo il perimetro vetrato del Giardino d’inverno e riflette sui significati simbolici attribuiti alla pianta mescolando passato e presente, realtà e finzione, Storia e storie, e geografie solo apparentemente distanti.

L’installazione dal titolo Rien ne pourra nous separer / Niente ci potrà separare è composta da una serie di dipinti realizzati su tela di cotone fine, per consentire alla luce di filtrare attraverso di essi e, al contempo, al paesaggio circostante di essere parzialmente intravisto.

Utilizzando l’acanto e le sue robuste radici come metafora delle complesse dinamiche migratorie e culturali che caratterizzano il Mediterraneo, l’artista costruisce un ponte culturale e simbolico, un dialogo tra diversi luoghi e culture, mettendo in luce come la natura possa essere un elemento di connessione e comprensione reciproca.

Note biografiche

Yesmine Ben Khelil (1986, Tunisi) si concentra sulle rappresentazioni che saturano il mondo, narrando storie frammentate che spesso ruotano attorno alla realtà manipolata o a forze invisibili. Tra le mostre personali si ricordano La boîte, B7L9 Art Station e Selma Feriani Gallery a Tunisi, oltre alla Galerie Maia Muller a Parigi. Il suo lavoro è stato esposto anche alla 9ª edizione della Biennale Gherdëina, alla Kunsthalle Wien, al MUCEM di Marsiglia, alla Biennale dei Giovani Artisti Mediterranea 19 di San Marino, a Cosmopolis #1.5 di Chengdu, a Jaou Tunis e alla Biennale di Dakar. Le sue opere fanno parte delle collezioni di La boîte, un lieu d’art contemporain, Kilani Group, Artothèque de la Ville de Strasbourg e Kamel Lazaar Foundation. È stata residente presso B7L9 Station d’Art Contemporain, Tunisi; Philomena + Art and Architecture Platform, Vienna; e L’escalier B, Bordeaux.

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