La pratica di Agostino Iacurci (Foggia, 1986) attraversa la pittura, la scultura, il disegno: media diversi che l’artista integra e articola in installazioni stratificate e ambienti immersivi in cui elementi eterogenei e frammenti di realtà entrano in relazione. Nelle sue opere dalle forme sintetiche e policrome, attraverso un linguaggio essenziale, è capace di veicolare molteplici livelli di interpretazione. Questo approccio colloca i suoi racconti sulla perenne soglia tra innocenza e artificio, serenità e catastrofe.
L’attenzione di Iacurci sempre più rivolta agli ambienti e alla gestione dello spazio in relazione alla messa in scena espositiva incontra in questa occasione i volumi della Polveriera Superiore, architettura bellica di fine Cinquecento, dalla forma rigorosa, oggi parte dell’Orto Botanico “Lorenzo Rota” di Bergamo.
L’installazione concepita da Iacurci e realizzata in collaborazione con l’Orto Botanico costituisce un adattamento site-specific del progetto Dry Days, Tropical Nights, presentato nel 2023 presso la storica torre di Largo Treves a Milano. Composta da diversi elementi scultorei luminosi, l’opera – prodotta da glo™ for art – costituisce una riflessione sul paesaggio e la sua costante trasformazione nel tempo.
Iacurci trae ispirazione dal libro Viaggio nell’Italia dell’Antropocene, del filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani e del geografo Mauro Varotto. Il libro reinterpreta il Grand Tour del XVIII secolo, 1000 anni dopo il viaggio in Italia di Goethe.
Pievani e Varotto offrono una narrazione che ci proietta in un’Italia radicalmente trasformata dal riscaldamento globale e dalla crisi ambientale. I luoghi iconici e i paesaggi tradizionali sono descritti come distopie ambientali, dove fenomeni estremi come desertificazione, innalzamento del livello del mare e condizioni climatiche tropicali hanno cambiato radicalmente il volto della nazione.
L’artista dà forma a questa visione trasformando lo spazio in una sorta di oasi che è “allo stesso tempo miraggio scintillante e presagio di un futuro prossimo”.
L’installazione Dry Days, Tropical Nights di Iacurci si riferisce a due indicatori ambientali significativi – i giorni secchi e le notti tropicali – che descrivono la severità del caldo durante un determinato periodo in una data area, suggerendo che, se le attuali tendenze climatiche dovessero continuare, la Pianura Padana e l’Italia potrebbero trasformarsi in un paesaggio tropicale con estese aree desertiche nel giro di poche centinaia di anni.
Completa l’installazione un intervento sonoro progettato appositamente per l’opera da Lechuga Zafiro, DJ e produttore uruguaiano la cui sperimentazione musicale fonde l’essenza esplorativa della club culture con la poetica del sound design, esprimendo le sfumature della cultura musicale latinoamericana.
Il paesaggio sonoro che riempie lo spazio è realizzato a partire da registrazioni effettuate sul campo in varie aree protette tra Messico e Uruguay, ed è parte del suo più ampio progetto Biopaisajes Sonoros.
A conclusione del periodo di esposizione, l’installazione entrerà a far parte del patrimonio della GAMeC grazie alla donazione dell’artista.
Note biografiche
Agostino Iacurci vive a Bologna. Ha studiato Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. La sua pratica artistica comprende diversi media tra cui pittura, scultura, disegno e installazione. Spesso guidato da un approccio collaborativo e site-specific, Iacurci raccoglie e rielabora materiali eterogenei per generare immagini e visioni che narrano e intrecciano liberamente storia culturale, memorie personali, riferimenti letterari e racconti vernacolari. Iacurci ha esposto le sue opere in mostre personali e collettive, tra cui Ruinenlust al Garage Bentivoglio, Bologna (2024); The Traveling Landscape, PDC Gallery, Los Angeles (2023); Alien Horti Picti, Robert Grunenberg, Berlino (2023); Of My Abstract Gardening, Ex Elettrofonica, Roma (2022); Hortus, IIC, Praga (2022); Tracing Vitruvio, Musei Civici, Pesaro (2019); Talent Prize 2019, Mattatoio, Roma (2019); Gypsoteca, M77 Gallery, Milano (2018); Trompe-l’oeil, Celaya Brothers Gallery, Città del Messico (2017); Urban Art Biennale, Völklinger Hütte, Centro Europeo per l’Arte e la Cultura Industriale (2017); Cross the Streets, MACRO Museo, Roma (2017); e il 16º Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milano (2015). Dal 2009, Iacurci ha realizzato dipinti murali monumentali e installazioni per istituzioni pubbliche e private. Tra le commissioni recenti figurano Ensemble a Casa Italia, Le Pré Catelan, Parigi (2024); il Côte-des-Neiges Mural Project, Montreal (2022); MURALU per il Ludwigs-Hack-Museum, Ludwigshafen (2021); Life is Beautiful, Las Vegas (2021); Principal Place, Londra (2020); Biennale di Yakutsk, Yakutsk (2017); Università Distrito Tec, Monterrey (2016); Stazione Metro di Govind Puri, Nuova Delhi (2016); Istituto Mario Penna, Belo Horizonte, Brasile (2014); Campus Universitario, Besançon (2014), la Casa Circondariale Rebibbia, Roma (2012), e la Fubon Art Foundation, Taipei (2012). Ha partecipato a diversi programmi di residenza, tra cui Artivist a Seoul (2023), l’International Studio & Curatorial Program (ISCP) a New York (2020-2022) e Plop x Cob Residency a Londra (2021). Nel 2020 è stato Associate Research Scholar presso la Columbia University. Iacurci ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Ermanno Casoli (2024), il New York Prize promosso da MiBAC, MAE e l’Italian Academy-Columbia University (2020-2022), e il Cantica21 Italian Contemporary Art Everywhere Prize (2021).